Sinossi

Roma, maggio 1946. La città è divisa tra la povertà lasciata dalla Seconda guerra mondiale, le milizie degli Alleati in giro per le strade e la voglia di cambiamento alimentata dal referendum istituzionale e dall’elezione dell’Assemblea Costituente dei 2 e 3 giugno prossimi. Delia è moglie del violento Ivano e madre di tre figli tra cui la adolescente Marcella; tra un impegno domestico e l’altro fa da infermiera all’arcigno suocero Ottorino e sbriga saltuari impegni in vari negozi cittadini. La donna ha anche qualche alleato in questa vita così dura: Nino, un meccanico che le vuole bene; Marisa, un’amica spiritosa e ottimista; William, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano.

PRESENTAZIONE DEL FILM

Questo film è un altro tassello che va a comporre il puzzle della definitiva rinascita che il cinema italiano sta vivendo negli ultimissimi anni. Non solo, è un film di una regista donna che ha guadagnato moltissimo, sbancando il botteghino già dalla sua prima uscita. È stato definito da più critici come un film necessario, uno sguardo sincero che mancava nel nostro panorama culturale sulla condizione della donna nel dopoguerra e per esteso fino ai giorni nostri. Condizione che peraltro all’epoca non veniva neanche registrata come anomala, ma come uno status quo immutabile e mai messo in discussione. Paola Cortellesi, scegliendo anche un registro visivamente particolare quale è il bianco e nero ormai in disuso, ci aiuta a riflettere sui passi in avanti che la cultura femminile ha fatto nel corso degli anni, anche se non è ancora abbastanza, come evidentemente i dati di cronaca ci fanno capire. Un argomento difficile, raccontato in modo comprensibile e semplice, capace di generare in tutti una profonda riflessione su chi eravamo e sul chi siamo diventati. 

E ancora, la Cortellesi ci regala un bello spaccato anche sui rapporti tra donne e sul come spesso la solidarietà femminile riesca ad essere il motore che genera piccoli atti di ribellione che poi contribuiscono a costruire i radicali mutamenti della società. E a proposito di cambiamenti radicali, il film è ambientato nel 1946, anno in cui le donne avrebbero votato per la prima volta, contribuendo a costruire una democrazia veramente universale.

Felicemente anacronistica la scelta della colonna sonora, con il ripescaggio di una bellissima canzone di Daniele Silvestri del 2013 A bocca chiusa il cui video fu girato con la lingua dei segni.  Dedica finale alla figlia della Cortellesi, come fosse l’augurio per un futuro in cui le donne non dovranno mai essere costrette ad abbassare la testa.                  

    A cura di Ileana

Video e Foto

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Proiezioni

  • 21.15
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