Sinossi

Jean e Fanny formano una coppia apparentemente ben assortita. Hanno un lavoro redditizio, vivono in un quartiere elegante di Parigi e sembrano innamorati come all’inizio della loro relazione. Di lui si mormora che abbia uno scheletro nell’armadio sul piano professionale. Lei invece inizia a provare un senso di colpa che si unisce alla passione che sente nascere per un compagno di liceo incontrato un giorno in modo casuale.

PRESENTAZIONE DEL FILM

Questo è il cinquantesimo film di Woody Allen, nessun altro regista ha prodotto così tanti film; ed è forse un riassunto di tutti gli aspetti della vita che gli sono più cari, su tutti le dinamiche di coppia, soprattutto quando un rapporto finisce. Ci sono inoltre gli altri temi cari ad Allen: l’esistenzialismo, una malinconica voglia di cambiamento e la smaniosa ricerca della felicità, il tutto condito dal suo tipico humor arguto. È poi il secondo film girato a Parigi, città che rappresenta per sé stessa, come lo è stata New York per tanti altri film, una coprotagonista assoluta, grazie anche alla calda fotografia del premio Oscar Vittorio Storaro che la riprende in caldi colori autunnali. Questa volta anche gli attori sono francesi ed in francese sono stati girati tutti i dialoghi, a testimonianza del rapporto strettissimo che ormai ha il regista con la città, caduto in disgrazia in patria.

Ma è anche un giallo con sfumature noir che si dipana sotto gli occhi dello spettatore, passo dopo passo, fino ad un finale inaspettato e sorprendente, con cui Woody sorprende e saluta (?) il suo pubblico. La fortuna del titolo è l’altro elemento fondamentale del film: fortuna intesa qui come opportunità da cogliere, quelle che ci fanno agire nel modo giusto al momento giusto, ma anche come puro caso, un insieme di coincidenze che sembrano coordinarsi tutte insieme per far tornare tutte le cose al loro posto. E l’agire delle coincidenze è un tema ricorrente nella filmografia di Allen, quasi a volerci suggerire che alla fin fine non è vero che siamo poi tanto padroni delle nostre vite, ma dobbiamo accettare come un elemento esterno possa determinare il nostro destino, a partire dal luogo e dalle circostanze, casuali, in cui veniamo al mondo; in fin dei conti, come pare dicesse Einstein, “le coincidenze sono il modo di Dio di rendersi anonimo”.

   A cura di Ileana

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Proiezioni

  • 21.15
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