Sinossi

Rivisitata in chiave cinematografica, la storia di Elvis (Butler) è vista attraverso il prisma della complicata relazione con l’enigmatico manager, il colonnello Tom Parker (Hanks). Il film, come raccontato da Parker, approfondisce le complesse dinamiche tra i due nell’arco temporale di 20 anni dagli esordi alla fama di Presley, che raggiunse un livello di celebrità senza precedenti sullo sfondo di un panorama culturale in evoluzione che segna la perdita dell’innocenza in America. Al centro di questo viaggio, una delle persone più significative e influenti nella vita di Elvis, Priscilla Presley (Olivia DeJonge).

PRESENTAZIONE DEL FILM
Buz Luhrmann è un regista che in passato ha già affrontato il genere musicale sul grande schermo
ma per questo film c’era un’aspettativa particolare, anche perché Elvis rappresentava per lo stesso
regista un mito della sua gioventù. E secondo gran parte della critica, l’attesa è stata ripagata dalla
cura con cui ha girato il film e seguito il progetto (il regista ha vissuto 18 mesi nella villa di famiglia
del cantante); in particolare, il regista ha ricevuto le lodi della figlia di Elvis, Lisa Marie, per la
dedizione con cui si è prestato a ricostruire la sua vicenda umana prima che professionale, nonché
12 minuti di standing ovation quando il film è stato presentato al Festival di Cannes a maggio. In
verità, i detrattori hanno invece criticato la patina di politicamente corretto di cui Luhrmann ha
voluto circondare il leggendario cantante, sostenendo in particolare quanto fosse lontana dalla
realtà la rappresentazione dei suoi rapporti con la comunità nera, anche senza dimenticare che la
sua formazione musicale era stata pervasa dal blues con sonorità afroamericane. E pur in un film
dalla lunghezza decisamente notevole (ne esiste anche una versione integrale di 4 ore), molti
argomenti sono stati volutamente ignorati, soprattutto della sua fase discendente, per farne quindi
un prodotto patinato di elogio della star.
Gran parte del film è incentrata sul rapporto controverso con il suo manager e la stessa figura del
colonnello, che sembra agisca per il bene del cantante ma in realtà, lavora più che altro per
preservare i propri interessi. L’attore che interpreta Elvis è stato unanimemente acclamato per la
sua interpretazione, che si apprezza maggiormente in lingua originale, preparata in oltre due anni di
studio approfondito di ballo, canto e chitarra. La cover del brano simbolo if I can dream è cantata
dai Måneskin.

A cura di Ileana

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