L’ultima volta che siamo stati bambini
- Federico Cesari, Lorenzo McGovern Zaini, Marianna Fontana
- Claudio Bisio
- 24 November 2023
Sinossi
Roma, estate 1943. Quattro bambini giocano alla guerra mentre attorno esplodono le bombe della guerra vera. Italo è il ricco figlio del Federale, Cosimo ha il papà al confino e una fame atavica, Vanda è orfana e credente, Riccardo viene da un’agiata famiglia ebrea. Sono diversi ma non lo sanno e tra loro nasce “la più grande amicizia del mondo”, impermeabile alle divisioni della Storia che insanguina l’Europa. Per loro tutto è gioco, combattono in cortile una fantasiosa guerra fatta di missioni avventurose ed eroismi, poi però fanno patti “di sputo” e non “di sangue” per paura di tagliarsi. Ma il 16 ottobre il ragazzino ebreo viene portato via dai tedeschi insieme ad oltre mille persone del Ghetto. Grazie al padre Federale di Italo, i tre amici credono di sapere dov’è e, per onorare il “patto di sputo”, decidono di partire in segreto per convincere i tedeschi a liberare il loro amico. L’ennesima missione fantasiosa entra nella realtà, i tre bambini viaggiano soli in un’Italia stremata dalla guerra, fra soldati allo sbando, disertori, truppe di tedeschi occupanti, popolazioni provate e affamate. I tre bambini non sono del tutto soli, due adulti partono a cercarli per riportarli a casa: Agnese, suora dell’orfanotrofio in cui vive Vanda, e Vittorio, fratello di Italo. Lei cristianamente odia la violenza e lui è un eroe di guerra fascista: sono diversi e, al contrario dei bambini, lo sanno benissimo infatti litigano tutto il tempo. Il doppio viaggio dei bambini e degli adulti nell’Italia lacerata dalla guerra sarà gioco e terrore, poesia fanciullesca e privazioni, scoperta della vita e rischi di morte: un’esperienza capace di imprimere il suo sigillo su tutti i personaggi coinvolti, cambiando la coscienza dei singoli e le loro relazioni. Fino al sorprendente ma in fondo purtroppo logico, finale.
PRESENTAZIONE DEL FILM
Claudio Bisio è la vera rivelazione di questo film: comico gigione e attore prevalentemente di divertenti commedie, esordisce dietro la macchina da presa con una storia tenera e insieme crudele, e la scelta si rivela vincente. Ha dimostrato molto coraggio sia per il tema scelto, sia perché il film è il libero adattamento di un libro di grande successo di Fabio Bartolomei, con lo stesso titolo. Ed anche perché scegliere, per la prima regia, di dirigere un gruppetto di ragazzini esordienti non dev’essere stato facile: ma evidentemente Bisio ha conservato dentro di sé una buona dose di fanciullezza, che gli ha permesso di mettersi alla pari con i suoi attori e di trovare la chiave giusta per creare un’alchimia rivelatasi estremamente produttiva.
I temi che affronta sono tanti, ma spicca su tutti la perdita dell’innocenza di fronte a qualcosa di tragico, una condizione terribile ed eccitante insieme; nel film è ben evidente come nell’amicizia tra bambini non ci sia spazio per l’ideologia, ma resta comunque dovere di ognuno perpetrare la memoria di ciò che è stato, raccontare loro della Storia che ha attraversato i secoli anche con tutte le sue pagine drammatiche. Come quella da cui parte idealmente il film, cioè il rastrellamento del Ghetto di Roma, il 16 ottobre 1943, vicenda di cui purtroppo ottanta anni dopo si sentono ancora echi inquietanti.
Bisio ha avuto il pregio di raccontare la vicenda in modo leggero ma senza tradire la drammaticità del contorno in cui vivono i bambini protagonisti; pregio che gli è stato riconosciuto anche da un messaggio personale della senatrice Liliana Segre che si è complimentata proprio per lo sguardo sensibile e rispettoso sulle vicende raccontate.
Presentato in estate al Giffoni Film Festival, il film è stato acclamato da una prima platea di ragazzini, tra cui, oltre alle risate ci sono state tante lacrime di commozione, segno che la magia del cinema non ha ancora perso la capacità di emozionare.
A cura di Ileana
Proiezioni
- 21.15
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