The Miracle Club

Sinossi

Nella Dublino del 1967, un gruppo di donne di generazioni diverse coglie l’unica occasione di lasciare per un po’ il paese e i disagi delle loro quotidianità, partendo alla volta di Lourdes, ognuna alla ricerca di qualcosa di diverso.

PRESENTAZIONE DEL FILM

Un film irlandese in tutti i sensi, non solo perché irlandesi sono il regista, lo sceneggiatore, l’ambientazione, ma proprio perché nella storia che racconta si sentono profonde le radici della cultura e delle tradizioni familiari di quel popolo. Non a caso, il regista irlandese, si è ispirato ai ricordi della sua infanzia per ricostruire questa comunità che è come quella in cui è cresciuto lui e molto del suo passato è confluito in queste atmosfere, anche grazie alla bellissima fotografia; il progetto era già pronto venti anni fa e già allora la protagonista avrebbe dovuto essere Maggie Smith, poi una serie di difficoltà lo hanno stoppato, fino ad essere prodotto solo quest’anno.

Il film è incentrato, al di là del rapporto tra queste donne, su un percorso che parla di riconciliazione e perdono; parla del fare i conti col proprio passato e dei rapporti affettivi che segnano la nostra esistenza. Parla anche di speranza e della capacità di andare avanti nonostante tutto, anche quando di miracoli non ce ne sono.

Ben tre premi Oscar si riuniscono in questo cast per dare vita ad un film corale in cui rappresentare con maestria e profondità i rapporti tra queste donne, tra amiche che poi non lo sono state più, tra donne che hanno sofferto, si sono allontanate e tornano in cerca di redenzione o solo di chiarezza, di quella pacificazione con il passato che aiuta a vedere più chiaro il futuro. Il miracolo nel titolo è evidentemente evocativo del pellegrinaggio a Lourdes, dove il gruppo di amiche si sposta ognuna animata da un desiderio e da aspettative diversi, portando con sé ognuna il proprio vissuto.

Protagonista assoluta è Dame Maggie Smith, Oscar nel 1970, che a quasi 90 anni interpreta un personaggio intenso, segnato da un lutto profondo ma ciononostante ancora ironica e dolcemente affettuosa.

        A cura di Ileana