Venerdì 26 e Sabato 27 Maggio

ore 21.30

Fatah, contadino di un piccolo paese algerino, non ha occhi che per la sua mucca Jacqueline, che da anni sogna di far partecipare al Salone dell’Agricoltura di Parigi. Quando finalmente arriva l’invito tanto desiderato, Fatah parte in traghetto alla volta di Marsiglia, per poi attraversare la Francia a piedi insieme a Jacqueline: sarà l’occasione per un’avventura fatta di incontri sorprendenti, imprevisti e nuove amicizie. Dai produttori di Quasi amici, un road movie esilarante e commovente, con un protagonista irresistibile il cui entusiasmo ha contagiato in Francia più di un milione di spettatori.

PRESENTAZIONE DEL FILM:

Un film delicato e divertente che però ha la capacità di farci riflettere sui tempi che stiamo vivendo. Il tema dell’incontro culturale con l’altro domina quotidianamente i discorsi di tutti e il film ne affronta alcuni aspetti con sottile ironia, quelli più vicini alla quotidianità. Quello che apparentemente si presenta come un film naïf si trasforma ben presto in uno sguardo su aspetti sostanziali della vita, come l’accoglienza, l’apertura agli altri e i loro contrari.

Il regista Hamidi ha deciso di sviluppare per il suo nuovo film le tematiche legate alle radici della sua famiglia e ai suoi genitori, che hanno vissuto l’impatto di trasferirsi in un’altra nazione e fare i conti con una quotidianità diversa rispetto a quella in cui erano cresciuti; e compie anche una vertiginosa azione critica nei confronti dei suoi connazionali, parlando per immagini e usando l’ingenuità del povero Fatah come un manganello per scardinare pregiudizi e retaggi del passato. Nella sua opera, il viaggio viene inteso come percorso, in cui ogni tappa nasconde una sorpresa e un motivo di confronto con l’altro e con se stessi e non solo come raggiungimento di una meta finale, in un continuo dialogo tra diversità culturali, cercando di rifiutare stereotipi precostituiti. Forse è proprio questo aspetto che ha conquistato il pubblico francese, abituato al pluralismo e alle dissomiglianze; oppure quel lato tenero e commuovente della storia, rappresentato dal rapporto tanto affettuoso tra il protagonista e la sua mucca Jacqueline (anzi due mucche, esemplari identici, con cui c’è stato anche un lungo addestramento), da non finire neanche al termine delle riprese. Prima di approdare al cinema, Hamidi è stato per molti anni professore associato in economia all’Università di Bobigny, ponendo sempre al centro delle sue ricerche l’integrazione e la promozione della cultura multietnica. E per questo film, il cui scopo da lui dichiarato è quello di “raccontare una favola che avesse un sostrato politico mai esplicitamente declamato, eppure molto chiaro” si è ispirato soprattutto a un famoso film francese del 1959, La vacca e il prigioniero, con protagonista Fernandel, dalla cui visione è rimasto folgorato.

Battuta dal film:Qui siete tutti depressi, ma esattamente dove fa male?”

A cura di Ileana

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