La ragazza nella nebbia
Venerdì 9 e Sabato 10 Marzo
ore 21.15
Un film di Donato Carrisi Con Toni Servillo, Alessio Boni, Lorenzo Richelmy, Galatea Ranzi, Michela Cescon e con Jean Reno.
Un piccolo paese di montagna, Avechot. Una notte di nebbia, uno strano incidente. L’uomo alla guida viaggiava da solo. È incolume. Allora perché i suoi abiti sono sporchi di sangue? L’uomo si chiama Vogel e fino a poco prima era un poliziotto famoso. E non dovrebbe essere lì. Un mite e paziente psichiatra cerca di fargli raccontare l’accaduto, ma sa di non avere molto tempo. Bisogna cominciare da alcuni mesi addietro. Quando, due giorni prima di Natale, proprio fra quelle montagne è scomparsa una ragazzina di sedici anni: Anna Lou aveva capelli rossi e lentiggini. Però il nulla che l’ha ingoiata per sempre nasconde un mistero più grande di lei. Un groviglio di segreti che viene dal passato, perché ad Avechot nulla è ciò che sembra e nessuno dice tutta la verità. Questa non è una scomparsa come le altre, in questa storia ogni inganno ne nasconde un altro più perverso. E forse Vogel ha finalmente trovato la soluzione del malvagio disegno: lui conosce il nome dell’ombra che si nasconde dentro la nebbia, perché “il peccato più sciocco del diavolo è la vanità”… Ma forse ormai è troppo tardi per Anna Lou. E anche per lui.
PRESENTAZIONE DEL FILM
Scrittore di gialli affermato, Carrisi fa tutto in casa, esordendo alla regia e alla sceneggiatura e adattando allo schermo il suo romanzo omonimo, molto amato. In realtà, pare che sia nata prima la sceneggiatura del film e solo dopo sia stato trasformato in romanzo. Grazie anche alla sua specializzazione in criminologia, riesce a costruire delle trame avvincenti che lo hanno fatto diventare lo scrittore italiano di thriller più venduto all’estero. Parte del suo talento lo deve, per sua stessa ammissione, alla capacità di saper “copiare” intendendo, il prendere ispirazione; cosa questa che lui ha fatto benissimo con questo film, dove si sentono dichiaratamente echi dei grandi maestri del thriller come Fincher o Lynch mescolate ad atmosfere da noir italiani anni sessanta e ambientazioni nordiche molto di moda attualmente. E richiama anche un altro film italiano, non troppo vecchio, La ragazza del lago, in cui c’era sempre Servillo a interpretare l’investigatore del caso. In questo film, Servillo interpreta un personaggio emblematico: l’investigatore a cui non importa tanto e solo la soluzione del caso, quanto l’audience del “suo” pubblico, il risalto sui media.
E così, via al circo mediatico, fatto di programmi televisivi in cui mercificare il dolore, di storie raccontate in maniera forzatamente macabra, di caccia collettiva al mostro, meglio se forestiero che nelle piccole comunità ci si conosce tutti, tutti brava gente. E non poteva mancare uno psichiatra e il mitico Jean Reno ci spiega perfettamente che, a cercarlo, il male si trova dentro ciascuno di noi.
Girato in Trentino, in una valle profonda, gode di un’ambientazione nordica perfetta per dare l’idea dell’isolamento e della minaccia incombente.
Piccola curiosità: Carrisi ha convinto personalmente Reno e Servillo a partecipare solo raccontando loro la trama del libro, al telefono.
Battuta dal film: “Qualcuno mi ha detto che il peccato più sciocco del diavolo è la vanità…”
A cura di Ileana