Venerdì 13 e Sabato 14 Ottobre

ore 21.15

Un film di Francesco Amato
con Toni Servillo, Verónica Echegui,
Carla Signoris e Luca Marinelli
Commedia, durata 102 min – Italia 2017

È cosa risaputa: un bravo psicanalista deve rimanere impermeabile alle emozioni che gli scaricano addosso i suoi pazienti. Ma nel caso di Elia, un analista ebreo interpretato da Toni Servillo, c’è il sospetto che con gli anni la lucidità sia diventata indifferenza e il distacco noia. Ieratico e severo, con un senso dell’umorismo arguto e impietoso, Elia tiene tutti a distanza di sicurezza, persino la sua ex moglie Giovanna (Carla Signoris), che vive nell’appartamento di fronte e con cui continua a condividere il bucato e qualche serata al teatro dell’Opera. Quel che si dice un’esistenza avara d’emozioni, che Elia sublima mangiando dolci di nascosto e in gran quantità, finché un giorno, a causa di un lieve malore, è costretto a mettersi a dieta e a iscriversi in palestra. Ed è così che nella sua vita irrompe Claudia (Veronica Echegui, già apprezzata nella serie internazionale “Fortitude”), una personal trainer buffa ed eccentrica, con il culto del corpo, nessun timore reverenziale per i cervelloni fuori forma come lui e un’innata capacità di trascinare nei suoi casini chiunque le capiti a tiro.

PRESENTAZIONE DEL FILM:

Si può dire che questa sia forse l’unica volta che Toni Servillo appare in una commedia, peraltro molto divertente e ben costruita. La scelta si rivela sin da subito molto indovinata: il protagonista Elia è un uomo disincantato, scostante, pieno di sé, tutti tratti caratteristici che Servillo riesce ad incarnare perfettamente. Ma, come Elia, anche Servillo dimostra di sapersi lasciare andare; come Elia, alla fine, si spoglia dell’ingessatura che ha costruito intorno a sé e vive una rocambolesca avventura al fianco di una giovane spagnola sciroccata e incasinata, così Servillo presta il suo viso alle espressioni buffe e comiche che il ruolo richiede, con perfetta naturalezza. Quanto è importante nella vita un po’ di leggerezza? Quanto cura una bella risata e un po’ di sana spontaneità? Tutte domande a cui il regista Francesco Amato, coadiuvato nella scrittura da Francesco Bruni, risponde con una storia allegra, piena di colore ma per nulla superficiale.

Ambientato nella splendida – e dolorosa – cornice del ghetto ebraico di Roma, ne coglie e riporta le sfumature culturali, insieme con gli splendidi scorci paesaggistici. Il film poi gode di un cast di attori secondari tutti di ottimo livello, capeggiati da quel Luca Marinelli (Ettore) che tanto sta facendo parlare di sé come un -ormai non più tanto- nuovo talento. E se all’inizio gli attori sembrano volutamente troppo calati negli stereotipi che devono interpretare, ogni personaggio farà la propria evoluzione, lasciandosi andare quel tanto che basta per sfatare lo stereotipo iniziale e invitare tutti ad interrogarsi sull’immagine che diamo di noi stessi all’esterno.

Il messaggio più vero di questo film è quello che lo stesso Servillo ha sottolineato durante una conferenza stampa e cioè l’invito a “vivere la vita da dilettanti, senza professionismo”.

Battuta dal film: “Facciamo lo stesso mestiere: ristrutturiamo; tu la testa, io il corpo”

A cura di Ileana

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