Le confessioni
Venerdì 28 e Sabato 29 Ottobre
ore 21.15
Siamo in Germania, in un albergo di lusso dove sta per riunirsi un G8 dei ministri dell’economia pronto ad adottare una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni paesi. Con gli uomini di governo, ci sono anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché, e tre ospiti: una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star e un monaco italiano, Roberto Salus.
Accade però un fatto tragico e inatteso e la riunione deve essere sospesa. In un clima di dubbio e di paura, i ministri e il monaco ingaggiano una sfida sempre più serrata intorno al segreto. I ministri sospettano infatti che Salus, attraverso la confessione di uno di loro, sia riuscito a sapere della terribile manovra che stanno per varare, e lo sollecitano in tutti i modi a dire quello che sa.
Ma le cose non vanno così lisce: mentre il monaco – un uomo paradossale e spiazzante, per molti aspetti inafferrabile – si fa custode inamovibile del segreto della confessione, gli uomini di potere, assaliti da rimorsi e incertezze, iniziano a vacillare.
PRESENTAZIONE DEL FILM:
Roberto Andò e Toni Servillo hanno lavorato insieme in Viva la libertà e già lì si esploravano le contraddizioni del mondo politico e delle maschere che costringe ad indossare. Tornano sul tema, ma lo fanno in chiave meno spensierata e più amara. In questo film, esplorano i meccanismi – immaginari? – che portano a quelle svolte con cui viene deciso il destino dei molti da parte dei pochi. Ma un evento inaspettato viene a confliggere con il loro potere e si trovano a destreggiarsi nella dicotomia tra una scelta utile ma non moralmente accettabile e un’altra più giusta, più etica, ma lontana dai propri doveri.
Poco a poco, in un clima intimo e sorprendente si interrogano, dubitano e vergognandosi della loro inadeguatezza, si rifugiano nella dimensione spirituale rappresentata dallo sguardo del monaco per scendere a patti con la loro coscienza, sentendo da una parte il bisogno della contemplazione nel silenzio e dall’altra la necessità di prendere decisioni emergenziali.
A detta dello stesso regista, l’idea originaria era mettere la concretezza dell’economia, vero nodo nevralgico del potere, di fronte alla spiritualità della religione o meglio, della coscienza morale. Anche la scelta di far appartenere Salus all’ordine dei certosini poi non è casuale, ma nasce dal fatto che questo ordine più degli altri riserva spazio alla preghiera e alla meditazione in solitaria.
Naturalmente, il titolo richiama subito alla mente l’opera di Sant’Agostino, con il più classico dei rimandi ad un prima e a un dopo, che troviamo anche nel film.
Le atmosfere di Andò non avrebbero sfigurato in un romanzo, e la musica di Nicola Piovani contribuisce alla ricerca di solennità della storia, sebbene alla fine sembri prevalere piuttosto l’idea di fallimento generalizzato, di sconfitta per tutti.
Battuta dal film: “Perdere tempo non ha mai fatto male a nessuno“
A cura di Ileana