The Post
Venerdì 11 e Sabato 12 Maggio
ore 21.15
1971: Katharine Graham (Streep) è la prima donna alla guida del The Washington Post in una società dove il potere è di norma maschile, Ben Bradlee (Hanks) è lo scostante e testardo direttore del suo giornale. Nonostante Kay e Ben siano molto diversi, l’indagine che intraprendono e il loro coraggio provocheranno la prima grande scossa nella storia dell’informazione con una fuga di notizie senza precedenti, svelando al mondo intero la massiccia copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam durata per decenni. La lotta contro le istituzioni per garantire la libertà di informazione e di stampa è il cuore del film, dove la scelta morale, l’etica professionale e il rischio di perdere tutto si alternano in un potente thriller politico. I due metteranno a rischio la loro carriera e la loro stessa libertà nell’intento di portare pubblicamente alla luce ciò che quattro Presidenti hanno nascosto e insabbiato per anni.
PRESENTAZIONE DEL FILM
Per realizzare questo film, Spielberg si è mosso in fretta, ha sospeso tutti i progetti precedenti (e così hanno fatto i due attori principali) perché sentiva l’urgenza di raccontare questa storia proprio in questo momento, quando c’è quel determinato Presidente alla Casa Bianca, quando si stanno verificando dinamiche simili a quelle descritte dal film; ha dunque sentito il bisogno di dare un segnale d’allarme, affinché non venga dimenticata un’istanza necessaria della società: quella fondamentale di avere una stampa libera, senza censure, che renda conto solo ai suoi lettori e ai cittadini. Proprio recentemente, il 3 maggio, è stata la Giornata mondiale della libertà di stampa e ancora nel 2018 è purtroppo necessario ricordare quanti sono i giornalisti nel mondo silenziati, minacciati e censurati. Giornalisti che hanno trovato voce anche grazie a vicende come quella dei Pentagon Papers e ad assunti come quello (riportato in calce) contenuto nella sentenza della Corte Suprema che decise il caso, “liberando” di fatto il New York Times e il Washington Post dal controllo governativo.
Dal punto di vista tecnico, il film è girato come si faceva negli anni ’70, con costumi e scenografie riprodotte fedelmente e soprattutto con il tocco geniale di usare la vera voce di Nixon, registrato mentre parlava dei suoi crimini e si imbestialiva con la stampa che ne scriveva ogni giorno. Molto curata anche la ricostruzione del personaggio dell’editrice Katharine Graham, prima donna a ricoprire un ruolo così significativo, dapprima fragile e confortata solo dalle potenti amicizie, catapultata suo malgrado in quel mondo da un marito suicida e poi donna determinata che, a rischio di perdere investitori, o peggio, lotta contro l’establishment accanto al suo sodale e fedele direttore Ben Bradlee, che con il suo senso del dovere e etica professionale è stato d’esempio per generazioni di futuri giornalisti.
Battuta dal film: “La stampa serve chi è governato, non chi governa”
A cura di Ileana