Timbuktu

Venerdì 13 e Sabato 14 Novembre

Ore 21.15

Le chagrin des oiseaux – Un film di Abderrahmane Sissako.

Con Ibrahim Ahmed,Toulou Kiki.
Drammatico, durata 97 minuti – FRANCIA – 2014

Kidane vive con la sua famiglia in un villaggio nei pressi di Timbuktu; conduce un’esistenza tranquilla, fino a quando arriva un gruppo di guerriglieri fondamentalisti che sconvolge la sua vita e quella dell’intera comunità.

PRESENTAZIONE DEL FILM:

Timbuktu è un film duro, spietato, come sa esserlo la realtà. È anche un film sulla resistenza di chi lotta per contrastare la follia e la ferocia di chi vorrebbe imporre il proprio pensiero con violenza e inflessibilità. E allora si resiste, si combatte, anche giocando a calcio in modo sorprendente, perché anche l’immaginazione, la fantasia, alla fine sono un’arma per sostenere la libertà.
Il film è stato uno dei candidati come miglior film straniero alla corsa agli Oscar nel 2015, una candidatura che seppur suoni come un risarcimento, nasce invece spontanea, non solo per la bellezza delle scene e la delicatezza delle immagini, ma anche perché mostra a tutto il mondo quello che già sa ma che è bene ribadire attraverso un potente veicolo di cultura quale il cinema: c’è della gente, poco al di là del Mediterraneo, che soffre, anche a causa di un’imposizione di regole assurde e inconcepibili per noi occidentali al nord del mondo.
In questi tempi pieni di incertezza e sconvolgimenti politici, in cui assistiamo con sempre minor sgomento, perché quasi assuefatti e rassegnati, all’escalation di violenze barbariche di milizie che fanno della religione bandiera e patente per ogni nefandezza, inquinando quella stessa religione con una violenza che essa stessa non contempla, il regista ci mostra tutto ciò con spietato realismo, ma non disdegna una nota di ironia, sorprendentemente lieve e leggera data la severità della storia. E ci regala un affresco decisamente attuale, perché non è ieri, non è cent’anni fa, è proprio adesso che quelle vicende che vediamo sullo schermo stanno succedendo, a gente come noi, che cerca solo la pace.
Sissako è uno dei pochissimi registi africani, per la precisione mauritano, cresciuto in Mali, ad aver raggiunto la notorietà internazionale, grazie anche ai suoi studi in Russia e Francia e la usa giustamente per dare voce al suo popolo e al suo territorio.
Le scene sono bellissime e la fotografia rende piena giustizia ad un territorio che non fa’ mai notizia: Timbuktù, in Mali, è in pieno deserto arido e sabbioso, ma è anche stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, e nel ‘500 era una sorta di eldorado, una città ricchissima e un importante polo culturale e commerciale.

Frase dal film: ”Sfiancala. Non ucciderla.”

A cura di Ileana

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