Venerdì 23 e Sabato 24 Marzo

ore 21.15

SINOSSI
Mildred Hayes vuole giustizia. La vuole subito: sua figlia è stata brutalmente uccisa 7 mesi fa e il colpevole è ancora sconosciuto. E nessuno può più dire di non essere a conoscenza di questa sua
sete di giustizia.

PRESENTAZIONE DEL FILM
Film ambientato in una località inventata del profondo Missouri, in quella Bible Belt in cui, nonostante la forte vocazione religiosa, persistono idee razziste e retrograde e la guerra privata di Mildred non trova poi troppi alleati. Mildred vuole giustizia o vendetta, ma il modo in cui chiede una di queste cose (o entrambe) offende la piccola comunità di cui fa parte, ne offende uno dei membri più rispettabili e innesca una serie di conseguenze a catena, tra cui, i piccoli dispetti che una piccola comunità indispettita riserva al membro che si ribella. Il tema forte è il peso delle parole, quanto esse siano importanti, quanto peso ha il modo di esprimere i propri pensieri.
Giudicato da maggior parte della critica il più bel film dell’anno, è stato meritatamente premiato con 4 Golden Globe e gli Oscar per la migliore attrice protagonista e il miglior attore non protagonista (Rockwell), a conferma ancora una volta di quanto anche la premiazione di un film sia un atto politico – premio infatti che ha subito fatto pensare al tema allo scandalo esploso quest’anno sulle molestie sessuali e più in generale, alla violenza sulle donne. Un film crudo e violento, scorretto e ironico, commovente e sorprendente. Un film che ad un tratto apre al dilemma morale, quando lo spettatore non sa più da che parte stare.
Il regista è un commediografo inglese, la cui cifra stilistica principale è mischiare il tragico e l’ironico, il noir e il realistico, senza lasciare nulla al caso, per cui anche la tuta da lavoro di Mildred assurge a status di divisa militare. E il poliziotto Harrelson è il personaggio più sorprendente di tutti, dotato di un’umanità inaspettata, con cui affronta inizio e fine della vicenda.

Battuta dal film: “Come va il business delle torture dei negri?”, replica: “Non può dire ‘negri’, signora, deve dire persone di colore”.

A cura di Ileana

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