Venerdì 16 e Sabato 17 Novembre

ore 21.15

Jocelyn (Franck Dubosc) è un uomo d’affari di successo, un inguaribile seduttore e un bugiardo incallito. Un giorno, a causa di un malinteso, viene scambiato per disabile dalla vicina di casa della defunta madre, la giovane e sexy Julie. Per conquistarla, Jocelyn decide di approfittare del fraintendimento. L’equivoco, che inizialmente sembra essere solo un gioco divertente, diventa complicato quando Julie gli presenta sua sorella Florence (Alexandra Lamy) che, costretta su una sedia a rotelle a seguito di un incidente stradale, non ha perso la voglia di vivere a pieno e sembra abbattere qualsiasi barriera col suo irresistibile sorriso. È allora che, in bilico sull’esile filo di una insostenibile bugia, Jocelyn inventa una doppia vita: una in piedi e una sulla sedia a rotelle.
PRESENTAZIONE DEL FILM

Attore di grande successo in patria, Dubosc si è voluto cimentare alla regia di questo film perché fortemente colpito da quanto accadutogli in famiglia: dopo che la madre ha dovuto iniziare a usare la sedia a rotelle, ha cominciato a fare caso a tutte le difficoltà che incontrava per potersi spostare ma anche alle opportunità che prima non avrebbe mai preso in considerazione. E naturalmente, la scelta del registro stilistico più ovvia era proprio quello di una commedia, accattivante e divertente che lascia aperti piccoli spiragli per riflessioni più profonde. In particolare, Dubosc ha concepito il personaggio di Jocelyn in maniera da rendere evidente che l’unica vera disabilità sembra essere quella del suo cuore, disabituato all’amore e alla sincerità, che come un muscolo troppo atrofizzato dal non uso, ha necessità di fisioterapia. Il film si basa sul solito trucco di far conoscere due persone che non si sarebbero mai frequentate, solo grazie ad una causalità, che in questo caso è rappresentata dalla disabilità: ma resta una storia d’amore, che nasce come tante, dove c’è una bugia, un equivoco, e dove ci sono un affascinante uomo all’apparenza sicuro di sé, ma che in realtà è un mistificatore di se stesso e una donna, colta raffinata, sensibile, che regge tutto il film sulle sue spalle (Alexandra Lamy, già vista in Torno da mia madre): ridiamo di lui ma ridiamo con lei.

Ancora una volta il cinema francese dimostra di potersi permettere di ironizzare su quasi tutto e stavolta (come già fatto in Quasi amici) lo fa sulla disabilità, scavalcando il politicamente corretto a tutti costi che, portato all’estremo, può diventare censura: infatti, proprio su queste basi, in Inghilterra è nato un movimento che si batte per la “libertà di insulto” o meglio, la libertà di ridere e far ridere degli altri.

A cura di Ileana

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