Venerdì 2 e Sabato 3 Marzo

ore 21.15

Come un gatto in Tangenziale, il nuovo film di Riccardo Milani, vede di nuovo riunita la coppia Antonio Albanese e Paolo Cortellesi.
Giovanni, la teoria. Intellettuale impegnato e profeta dell’integrazione sociale vive nel centro storico di Roma. Monica, la pratica. Ex cassiera del supermercato, con l’integrazione ha a che fare tutti i giorni nella periferia dove vive. Non si sarebbero mai incontrati se i loro figli non avessero deciso di fidanzarsi.
Sono le persone più diverse sulla faccia della terra, ma hanno un obiettivo in comune: la storia tra i loro figli deve finire. I due cominciano a frequentarsi e a entrare l’uno nel mondo dell’altro. Giovanni, abituato ai film nei cinema d’essai, si ritroverà a seguire sua figlia in una caotica multisala di periferia; Monica, abituata a passare le sue vacanze a Coccia di Morto, finirà nella scicchissima Capalbio. Ma all’improvviso qualcosa tra loro cambia.PRESENTAZIONE DEL FILM
Albanese e Cortellesi si sono conosciuti più di vent’anni fa nel programma Mai dire gol e da allora sono una coppia collaudata e sempre affidabile. Riccardo Milani li dirige (e dirige sua moglie per la quinta volta) in una commedia dal gusto amaro eppure molto divertente. Il film affronta un argomento solo in apparenza di poco conto: il delicato rapporto, o meglio, contrasto, tra centro e periferie e per estensione, tra classi sociali differenti per ricchezza, cultura e ambizioni. Sembra anacronistico, ma il concetto di classe sociale sta tornando in voga, soprattutto ora che si assiste a un assottigliarsi di quella che una volta era definita classe media. E in questa commedia, come del resto fece già Virzì in Ferie d’Agosto, ci viene mostrato anche come il “razzismo sociale” possa trovarsi da entrambe le parti. Grazie al cast, compresi i non protagonisti, e alla sceneggiatura brillante, si gode di un film colorato e divertente e si procede solo volendo alla riflessione più profonda su altri campi: il privilegio di pochi e la mancanza di solidarietà che spesso questo genera, la pretesa di risolvere i problemi degli altri stando in poltrona, la mancanza di ambizioni culturali in favore di strade più facili. Sono due realtà che non comunicano tra loro e il regista ci mostra il divario anche visivamente e acusticamente, attraverso piccoli particolari, grazie all’attenzione per i dettagli ereditata dal suo maestro Monicelli (di cui è stato assistente alla regia).
E ritorna di nuovo sulle periferie romane, dove la parola “contaminazione” tanto cara agli intellettuali, trova una sua declinazione concreta nella vita di tutti i giorni. In un’intervista con L’Espresso, Antonio Albanese ha sottolineato quanto anche un film come questo possa essere considerato un atto politico, rivendicando la capacità di ascolto dei comici in un momento in cui la politica sembra aver abdicato al suo ruolo in questo campo.
Molti riconoscimenti da critica e pubblico e plauso particolare alla colonna sonora.
Il titolo è la rivisitazione del detto romano “come un gatto sull’Aurelia”, usato per indicare una cosa che…dura davvero poco!

Battuta dal film: “Lassate ogni speranza o voi k’entrate”

A cura di Ileana

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