Venerdì 23 e Sabato 24 Novembre

ore 21.15

Valeria (Micaela Ramazzotti), giovane segretaria di un produttore cinematografico, vive sullo stesso pianerottolo della madre, Amalia, donna eccentrica e nevrotica (Laura Morante), e scrive in incognito per uno sceneggiatore di successo, Alessandro (Alessandro Gassmann).
Un giorno, Valeria riceve in regalo da uno sconosciuto, un poliziotto in pensione (Renato Carpentieri), la trama di un film. Ma quel plot è pericoloso, “la storia senza nome” racconta infatti il misterioso furto, avvenuto a Palermo nel 1969, di un celebre quadro di Caravaggio, la Natività. Da quel momento, la sceneggiatrice si troverà immersa in un meccanismo implacabile e rocambolesco.

PRESENTAZIONE DEL FILM

Roberto Andò è un regista colto, un autore che ama fare indagini sulla doppiezza, sulla realtà sovrapposta su vari piani, sull’essere qualcun altro, come ci ha illustrato nei suoi ultimi due film Viva la libertà e Le confessioni (entrambi con Servillo). Nel girare questo film ha preso spunto da una storia vera, una storia di cui altri si erano impossessati e a cui ha voluto rendere, attraverso una struttura narrativa che testimoniasse anche l’importanza del cinema e delle opere di finzione in genere, una sua verità, seppur dai contorni poco netti. La vicenda parte da un furto tutt’oggi rimasto insoluto: nell’ottobre del 1969, a Palermo, nell’oratorio di San Lorenzo, esponenti mafiosi rubano la “Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi” di Caravaggio, dipinta nel 1609. Inserito tra primi dieci crimini d’arte dall’Fbi, il furto, la cui vera storia non fu mai ricostruita, diventa subito leggenda: c’è chi dice che la pala sia andata distrutta, chi che sia stata smembrata e rivenduta, chi infine che sia stata merce di scambio nella trattativa Stato – mafia. Quello che conta per Andò è che “I pentiti di mafia se ne sono occupati scrivendo una loro sceneggiatura, hanno manipolato la vicenda che mescolava tragico e grottesco. Mi sembrava la storia giusta per ridare al cinema la possibilità di dare una nuova versione rispetto alla realtà rivelandola in modo molto più profondo”. E lo fa affidandosi alla figura femminile interpretata da Micaela Ramazzotti, che porta sulle spalle tutto il peso di un’opera dalle mille sfaccettature, un po’ giallo, un po’ commedia, un po’ denuncia civile.

A cura di Ileana

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